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LA FORZA DEL PERDONO
Per rendere almeno pallidamente l’idea delle emozioni provate dal quel centinaio di persone che hanno ascoltato la signora Gemma Capra Calabresi, più delle parole servirebbero le lacrime, visibili e non, che ne arrossavano gli occhi.
Su invito del Centro Culturale Tommaso Moro di Basiglio, il 26 marzo 2017, la vedova del commissario Luigi Calabresi, rievocando quel tragico 17 maggio 1972, ha messo a nudo il suo vissuto, raccontando, in primis, che quel giorno, dopo avere sentito gli spari e avere avuto la notizia della morte del marito, affranta dal dolore, si è accasciata sul divano. E in quel preciso momento ha sentito la presenza di Qualcuno, ha avvertito in modo chiaro e distinto l’abbraccio di Dio e ha immediatamente recitato una preghiera per la famiglia dell’assassino del marito. E’ cominciato così per la giovane vedova quel lungo, difficile e straordinario cammino che l’ha portata a perdonare. “Perché ho deciso di perdonare? Anzitutto perché non volevo far crescere i miei figli (ne avevo già due e aspettavo il terzo) in un clima di odio e di rancore. E poi perché volevo tornare a vivere e sentivo che finché non mi fossi liberata dai sentimenti negativi che appesantivano il mio animo, non ci sarei riuscita. Dove ho trovato la forza di farlo? Nella fede e nella preghiera. Non solo la mia preghiera personale ma quella di tutte le persone che, pur non conoscendomi, pregavano per me. E questa comunione con gli altri, questa vicinanza della gente comune, mi ha aiutata moltissimo”, ha affermato serenamente e pacatamente la signora Gemma, mentre qualche lacrimuccia ribelle arrossava gli occhi di chi l’ascoltava. Mentre la nostra ospite testimoniava con la sua esperienza la forza del perdono, la partecipazione empatica di tutti coloro che affollavano la sala Spazio-Incontri della parrocchia Gesù Salvatore di Milano Tre era palpabile. Tutti ascoltavano in un silenzio quasi religioso: persino il giornalista Paolo Pardini – invitato dal Tommaso Moro proprio per condurre l’intervista- ha preferito discretamente non interrompere il flusso di emozioni trasmesso dalla nostra ospite, limitandosi a porle qualche domanda solo alla fine.
Con questa bella iniziativa, collocata non a caso nel periodo quaresimale, il Tommaso Moro ha offerto ai propri soci profondi spunti di riflessioni, realizzando così, ancora una volta, la propria mission di centro culturale cattolico, aperto e capace di affrontare tematiche diverse, spaziando a trecentosessanta gradi da un argomento all’altro. E a questo punto vale la pena ricordare che, da ottobre a oggi, il Tommaso Moro ha partecipato a Bookcity, presentando l’ intrigante lettura in chiave psicoanalitica dell’Inferno dantesco dello psichiatra Mario Pigazzini. Si è poi impegnato nel sociale promuovendo, insieme all’Unitre, al Centro Culturale Giorgio Ambrosoli e alla parrocchia, una raccolta fondi per la scuola di Amatrice, attraverso il Concerto di Natale che ha visto tutto il territorio di Basiglio stringersi in un forte abbraccio solidale alle popolazioni terremotate. A Gennaio ha messo a tema lo scottante problema del bullismo e del cyberbullismo, con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato psicoterapeuti, educatori e rappresentanti delle forze dell’ordine, che hanno analizzato il problema da diverse angolazioni. E, in quaresima, ha proposto la testimonianza sulla forza del perdono cui abbiamo parlato.
Infine, consapevole del fatto che la Cultura è anche intrattenimento, il Centro Culturale Tommaso Moro concluderà la stagione 2016/17 con un vivace e piacevole concerto di canti gospel e spiritual, che saranno eseguiti dalla Corale80 di Vignate il prossimo 17 giugno. E anche questo sarà un appuntamento da non perdere.